lunedì 16 marzo 2015

ALTHEA & OLIVER di Christina Moracho


Althea & Oliver è il libro che non ti aspetti.
Non è semplice per me parlarne perché sono talmente molteplici e contrastanti le emozioni e le sensazioni che mi ha dato che sono quasi in conflitto con me stessa. Sicuramente mi è piaciuto, anche perchè non può non piacere un libro scritto con tanto cuore e con uno stile così particolare!... Sembra quasi incredibile che questa sia l'opera d'esordio dell'autrice Christina Moracho. Ha un talento davvero raro nell'entrare nell'animo dei ragazzi che descrive e che sfiorano l'età adulta; ad intuirne le sfumature, facendole vivere e provare di riflesso ai lettori che, davanti ai propri occhi vedono - e conoscono - personaggi reali. Tanto reali, quanto fragili e imperfetti. Ma per questo, se possibile, ancora più vivi ed indimenticabili. Una lettura intensa. Quasi "politicamente scorretta" per la piega che prende il finale: tanto inaspettato quanto assolutamente ragionevole, perfetto ed inevitabile. Un pugno in pancia per la disincantata realtà che ci pone continuamente davanti; per le decisioni difficili e le scelte sbagliate che vengono prese, che sanno essere giuste come solo quelle sbagliate sanno esserlo perchè, a volte, sono proprio le scelte sbagliate a farci sentire così bene... Una vera scoperta questo libro che, sono certa, vi lascerà piacevolmente colpiti ma forse anche un po' ammaccati, come è successo a me!
Una storia dolorosamente reale sull'amicizia, la ricerca dell'identità, la malattia e l'amore. 



Opinione di Sangueblu

Un contemporary romance young adult molto "maturo" e decisamente atipico Althea & Oliver di Chrystina Moracho. Anche se sembra seguire in un certo senso il "filone" del momento che sempre più spesso ci propone storie che abbinano dolore, perdita e malattia ad amori adolescenziali, questo romanzo scrive un nuovo "capitolo" decisamente a sé stante.
Troppo particolare; troppo caratteristico per poter trovare paragoni con altri libri o con altre storie.
Difficile parlarne, in tutta onestà, perché è talmente "grossa" la mole di informazioni e di sensazioni che fa piombare addosso, anche se paradossalmente si mandano giù con la facilità e la leggerezza di un bicchier d'acqua, che mi sento un tantino spiazzata.
Spiazzata da quanto possa essere potente e reale una storia come tante - dopo tutto innamorarsi del proprio migliore amico può capitare a tutti - da quanto possa essere semplice e al contempo da quanto possa essere difficile. Difficile per tutti, per via delle implicazioni connesse con una cosa del genere ossia il senso di appartenenza, la familiarità, la paura di rovinare le cose, di non essere corrisposti e il pericolo di perdere anche l'amicizia... - ma ancora più difficile quando è la vita stessa a metterci lo zampino. O meglio lo "zampone", visto che il problema contingente che non rovina solo una potenziale storia d'amore e/o di amicizia ma una vita stessa è un qualcosa che ha il nome di Sindrome di Kleine-Levin. Una malattia agghiacciante, che costringe le sue vittime  - per lo più maschi adolescenti - a dormire per settimane intere, restando così scollegati dal mondo e rimanendo indietro dalla vita, da sé stessi. Ammetto che leggere questa cosa non mi ha lasciato indifferente. Anzi, l'opposto. Quando pensiamo a qualcosa di brutto viene da pensare sempre a malattie mortali o degenerative ma la Moracho mi ha messa di fronte ad un'altra realtà, che non conoscevo, e che mi ha fatto riflettere: lasciar scorrere la propria vita mentre si è incoscienti - come spenti - in un letto, completamente inconsapevoli di ciò che ci avviene intorno perchè in quei rari momenti in cui ci si sveglia (per lo più per espletare bisogni fisiologici) non se ne ha ricordo e si diventa anzi persone completamente diverse da quello che si è nella realtà; non è un quasi come morire? Morire per qualche settimana, per poi continuare a vivere con la paura - che è anche una certezza - che prima o poi succederà di nuovo. Ancora e ancora... senza preavviso. Senza avvertimento. Senza chiedere "permesso".  Ci si addormenta. Si respira. Ci si spegne in un limbo letargico che non è più la realtà.
E quando si "vive" si smette di aspettare le cose, perchè si perde la certezza di essere presenti quando succederanno. Tutto diventa un grande punto interrogativo e non si ha più il potere di decidere niente.
Apparentemente senza cura.

Ma Oliver una cura la vuole. La pretende.
Non può perdere la speranza.
Perchè è un ragazzo pieno di sogni, che si sta affacciando ora alla vita e che sta cominciando adesso a capire qualcosa in più su sé stesso, su quello che vuole davvero.
Ed è per questo che decide di andare a New York, in un ospedale dove stanno facendo ricerche su dei ragazzi che soffrono il suo stesso male, lasciando tutto e tutti che per quello che lo riguarda significa Althea: la sua migliore amica da quando aveva sei anni, il suo punto di riferimento, la sua roccia, la sua perfetta controparte perché impulsiva, irrequieta e alternativa quanto lui è riflessivo, sensibile ed estroverso.  Sono un coro ad una sola voce; l'Oliver & Althea Show, che fino a quel momento è andato in onda senza interruzioni. Entrambi da questa separazione "forzata" ma necessaria ne risultano distrutti e non solo perché la distanza e la lontananza saranno difficili da superare.
Prima di tutto perchè entrambi dovranno fare i conti con le loro diversità, che ci sono, sempre più evidenti, nonostante fin da piccoli sarebbero potuti essere scambiati per gemelli. Ma anche soprattutto con i loro sentimenti e con le conseguenze delle loro azioni e dei loro sbagli. Althea si è accorta di volere qualcosa in più. Non è più semplice amicizia il legame fortissimo che sente con Oliver. Forse è amore e ciò che più spera è un evoluzione naturale del loro rapporto che sfoci in un qualcosa di più completo e totalizzante. Ma Oliver no.
Non ne è sicuro. Non si sente ancora pronto.
Almeno non è disposto ad ammetterlo il suo io "cosciente" perché l'altro sé stesso - quello che verrà definito l' es a ruota libera  commetterà un terribile errore, a causa di una mossa sbagliata di Althea. Una scelta che spezzerà qualcosa. Che rovinerà tutto. Che cambierà le cose ma anche loro stessi.
Che li farà intraprendere un percorso in cui impareranno a conoscersi e ad immaginare un futuro diverso. Che li renderà meno dipendenti l'uno dall'altro. Più consapevoli. Più maturi. Più grandi.

"E' come se fossimo le due facce della stessa medaglia,
ed io non sapessi quale delle due sono io".

Tristezza, dolcezza, malinconia.
Una storia che si farò scordare difficilmente e che ci insegna che, nonostante anche quando desideriamo tanto intensamente una cosa questa non si realizza, nonostante i nostri sforzi, bisogna comunque - sempre - andare avanti perché solo andando avanti si può guardare cosa il futuro ha in serbo per noi.


L'Autrice


Nata a New York ha ricevuto il MFA in narrativa al Brooklyn College dove il primo capitolo di Althea & Oliver ha vinto un premio assegnato da un autore affermato come Jim Shepard. E' stata una ricercatrice alla fondazione Helen Wurlizer di Taos, nel New Mexico. Vive a Red Hook, Brooklyn. Althea e Oliver è il suo primo romanzo.


ALTHEA & OLIVER
di Christina Moracho

editore: De Agostini
pagine: 436
prezzo: 14,90 euro
Rilegato
eBook: 6.90 euro

Trama

Althea e Oliver si conoscono da sempre e sono amici per la pelle fin dal primo giorno di scuola. Ora, a diciassette anni, la loro amicizia potrebbe trasformarsi in qualcosa di più, e Althea lo sa. Così una sera, dopo una festa e qualche bicchiere di troppo, si abbandona a un bacio appassionato con Oliver. Ma, prima che i due amici abbiano il tempo di chiarirsi le idee, succede una cosa inaspettata: Oliver si ammala e cade in uno stato di semi-incoscienza che dura tre, lunghissime settimane. Disperata, Althea prende una decisione che rischia di compromettere per sempre il suo legame con Oliver. Quando il ragazzo lascia la città senza spiegazioni, Althea non può far altro che partire per mettersi alla ricerca del suo migliore amico. E ritrovare così anche se stessa.

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