Diciamocelo: quando si parla di libri sui serial thriller il nostro sguardo inevitabilmente va oltreoceano, in una fitta lista di autori e autrici che scrivono in maniera egregia e che ci rapiscono con trame ad effetto. A questa lista, dopo aver letto “il suggeritore” aggiungerete convinte il nome dell’italianissimo Donato Carrisi, che miscela tutti gli ingredienti classici del genere: una squadra investigativa, un serial killer efferato e le vittime più innocenti del creato, delle bambine. Non siete ancora convinte? Allora sappiate anche che la trama è complessa, ricca di personaggi, risvolti improvvisi, colpi di scena e un pizzico di horror che vi terrà incollate pagina dopo pagina col fiato sospeso e quel peso sullo stomaco che difficilmente andrà via con del bicarbonato. Perché i serial killer non hanno movente, se non incomprensibile. Non compiono omicidi per vendetta, per denaro, per gelosia od ogni altra debolezza umana. Li compiono per il puro gusto del male. E non c’è male peggiore di uccidere bambini e stare a guardare l’effetto che fa.

opinione de La Rossa
“Dio è silenzioso, pensò.
Il Diavolo sussurra.”
Carrisi non è delicato: comincia subito col darci un pugno nello stomaco: vengono ritrovate sei braccia sinistre di bambine in una fossa comune e la squadra investigativa a cui viene affidato il caso è quella guidata dal criminologo Goran Gavila e agli agenti speciali Sarah Rosa, Stern e Boris che stanno cercando di rintracciare cinque bambine scomparse, con l’unica comunanza di essere figlie uniche.