D'accordo. Non è un romanzo d'amore nel senso più canonico del termine; non leggeremo scene sensuali, nè effusioni o frasi sdolcinate, nè scene romantiche o strappalacrime. Non leggeremo insomma la "solita" storia di una coppia nella sua "normale evoluzione". Ma proprio in questo, secondo me, risiede la bellezza di questo libro, che non è un romanzo d'amore bensì un romanzo di formazione (come il precedente che è il suo complementare). Al centro di tutto infatti ci sono i rispettivi protagonisti, presi singolarmente, e il loro percorso di conoscenza di sè, di crescita e di superamento dei propri limiti. Per un anno d'amore è il racconto di un rocambolesco viaggio per il mondo, ma anche al centro del proprio cuore. Per trovare l'equilibrio, per ritrovare una famiglia e per raggiungere l'amore. E se davvero vogliamo inserirlo nella ormai tanto di moda categoria "new-adult" lo farei con un accezione tutta nuova: "alla lettera", nel senso che i suoi protagonisti - in questo caso Willem in particolare - abbandonano le loro "vesti" adolescenziali ed immature trasformandosi in "nuovi adulti": persone nuove, più mature e consapevoli che imparano a guardare in faccia il loro futuro e a percorrere la strada "giusta" per raggiungere i loro obbiettivi. Anche Per un anno d'amore sarà un romanzo che vi spiazzerà per la sua particolarità, originalità e profondità. Una lettura "diversa" che forse non risponderà ad alcuni dei quesiti lasciati aperti dal "finale" ma che appagherà tanti altri diversi generi di curiosità, presentandoci un Willem tutto nuovo, al quale sarà inevitabile affezionarsi molto.
"Ci siamo salvati tutti e due.
Quel giorno è successo qualcosa.
E sta ancora accadendo.
Sta accadendo qui, su questo palcoscenico.
E' stato solo un giorno ed è stato solo un anno.
Ma forse è sufficiente un solo giorno.
Forse basta un'ora.
O forse il tempo non c'entra nulla con tutto questo".
opinione di Sangueblu
"Qualsiasi persona sana di mente direbbe che è troppo tardi.
Sembrava troppo tardi già quel primo giorno,
quando mi sono risvegliato in ospedale.
Eppure, ho continuato a cercarla.
E la cerco ancora."
Anche questo secondo romanzo di Gayle Forman si lascia leggere con una rapidità ed un coinvolgimento impressionante.
La cosa è amplificata dal fatto che partiamo a leggere già più o meno consapevoli di quello accadrà, visto che è praticamente la stessa storia vissuta dal punto di vista di Willem, ma con un grosso punto interrogativo: cosa è successo nel frattempo, in quei lunghi mesi che separano il nuovo incontro dei due ragazzi che mese dopo mese hanno alimentato il loro reciproco amore, pur separati dalla distanza e da mille incognite. Sotto i riflettori, stavolta, c'è Will e il suo percorso.
Anche lui infatti affronterà un lungo viaggio. E non solo attraverso i tanti luoghi esotici dove lo condurrà l'autrice, ma in senso metaforico. Un viaggio al centro di se stesso: non in senso egoistico, come poteva essere stato fino al momento di incontrare Allyson, ma nel senso di volersi bene davvero. Risolvendo i propri conflitti interiori, superando le barriere che sembravano tenerlo lontani dai suoi affetti, specialmente dalla madre. Scoprirà di non essere al secondo posto, di non esserlo mai stato... Scoprirà molto di più su sè stesso.
Perchè - se pur può sembrare assurdo ed inconcepibile, è bastato un unico giorno insieme a Lulù ( una ragazza di cui non conosce neppure il vero nome ) per fargli sperimentare quello che non avrebbe mai nemmeno osato immaginare.
Un unico giorno in cui una semplice ragazza è stata in grado di farlo sentire protetto, capito, interpretato. Un giorno in cui si è sentito il beneficiario di tutto quello che lei aveva da dare e in cui anche lui ha aperto il suo cuore scoprendo con grande meraviglia di averle dato molto di più di quello che credeva essere in grado di dare. Un solo giorno, in cui dopo essersi sentito completamente colmato da lei, da quell'unico giorno, riesce finalmente a capire quanto in realtà si fosse sentito vuoto, fino a quel momento. E proprio l'elaborazione di questa cosa da parte di Willem e il suo condividerla con la madre diventa, impensabilmente, proprio il "mezzo" del loro avvicinamento e lo specchio in cui capire e dare un senso a quella che poteva essere la vita di una madre - perdutamente innamorata di un uomo che non c'è più - e della sua personalità (non poi così distane da quella del figlio).
"Così racconto tutto a mia madre: di come ho incontrato questa ragazza,
questa strana ragazza senza nome, a cui non ho mostrato nulla ma che ha visto ogni cosa.
Le dico che, da quando ho perduto lei, mi sento privato di tutto.
E il sollievo che provo nel raccontarlo proprio a mia madre
è quasi profondo quanto è stato quello di incontrare Lulù.
Quando finisco di raccontare a Yael la storia di quel giorno a Parigi, la guardo.
E, di nuovo, resto sconvolto perchè sta facendo qualcosa che le
ho visto fare solo una volta in cucina, tagliando le cipolle.
Mia madre sta piangendo.
- Perchè piangi tu adesso? - le chiedo,
ricominciando a piangere anch'io.
- Perchè sembra proprio il modo in cui io ho incontrato Bram. -
dice, ridendo tra i singhiozzi.
Certo, che è così. Ci ho pensato ogni singolo giorno
da quando ho incontrato Lulù. Mi sono chiesto se non è per quello
che mi sono fissato su di lei. Perchè la storia assomiglia tanto a quella di
Yael e Bram.
- Salvo per una cosa - dico.
- Cosa? - dice lei asciugandosi gli occhi.
Il dettaglio più importante.
E avrei dovuto saperlo bene, visto che avevo sentito raccontare la storia
da Bram un'infinità di volte.
- Bisigna dare alla ragazza l'indirizzo di casa. -
Un'altra cosa assolutamente straordinaria di questa duologia è il sostrato Shakespeariano che fa da impalcatura alla costruzione della storia. Sia presa in toto che singolarmente. E ancora più sottile ed affascinante ai miei occhi la contrapposizione tra i due parallelismi su cui si impiantano i due romanzi: il primo - Per un giorno d'amore - si "costruiva" sulla commedia La dodicesima notte, Per un anno d'amore si costruisce invece sulla commedia Come vi piace.
E le due cose sono al contempo in contrapposizione e complementari. (In questo la Forman è stata assolutamente geniale!) Willem che come sappiamo è un attore - un attore di strada - in questo romanzo di consapevolezza naturalmente riserverà grande attenzione e grande dedizione a questo aspetto e, dopo varie vicende che avrete il piacere di leggere, otterrà la parte principale della commedia, ossia il personaggio di Orlando. Personaggio che ben lo rappresenta, se vediamo bene, perchè anche Orlando è un giovane abbandonato a sè stesso, che non ha più un padre, una famiglia, una casa; che incontra una ragazza di cui si innamora, Rosalinda: si vedono solo per qualche istante ma vedono qualcosa l'uno nell'altra, riconoscono qualcosa.E quella scintilla sostiene la passione di entrambi per tutto il resto della commedia. Non si incontrano più, almeno consapevolmente perchè quando la incontra di nuovo, lei ha un'altra identità , fino alla fine.
Come scrive l'autrice è "un complesso balletto che Shakespeare riassume in una manciata di battute.
... Il mondo ruota su singoli attimi. E in questa commedia uno è il momento in cui Rosalinda dice : Quella poca forza che ho, vorrei che fosse per voi. Quell'unica battuta. Rompe la maschera che lui indossa. Mostra quello che c'è dietro. Rosalinda vede Orlando. Lui vede lei. C'è tutta la commedia in quella battuta".
E in un certo senso anche tutto il romanzo!
Un'altro bellissimo parallelismo che ho riscontrato con il primo volume è la figura di Kate, una nuova amica comparsa nella vita di Willem che avrà un ruolo molto importante nello sviluppo delle riflessioni del nostro protagonista e quindi nel suo percorso di crescita e di analisi personale.
Kate la equiparerei a Dee, che parimenti è stato fondamentale nell'anno vissuto da Allyson. Kate sarà fondamentale in tante cose, ma su tutte, sicuramente sul mettere Willem di fronte ad uno specchio in cui riconoscere tutte le sue contraddizioni e giustificare il suo reale comportamento che poi lo ha portato alle conseguenze che sappiamo, ossia fra risvegliare Lulù sola in quella stanza... senza spiegazioni nè indizi. Willem, bello carismatico e affascinante, apparentemente spigliato e sicuro di sè è fondamentalmente un grandissimo insicuro. Un ragazzo che arriva sempre vicinissimo ad ottenere tutto quello che vuole ma che, al momento del dunque, si spaventa e si tira indietro, scappando da quello che desidera, prendendone le distanze con una scusa.
A Parigi, nel momento in cui Lulù lo aveva fatto sentire in salvo proteggendolo dagli Skinhead, quando si era presa cura di lui ed era divenuta la sua fanciulla della montagna, l'aveva quasi mandata via... Quando si erano messi in salvo nel portone, aveva visto la sua determinazione che le brillava negli occhi, insieme all'amore che era già nato, così improbabile dopo un solo giorno, aveva provato tantissime sensazioni in contrasto fra loro... Il desiderio e il bisogno, ma anche la paura, perchè aveva visto con i suoi occhi - nella sua esperienza familiare - che effetto può fare perdere qualcuno a cui si tiene. Voleva che il suo amore lo proteggesse, ma anche proteggersi dal suo amore.
"All'epoca non lo avevo ancora capito.
L'amore non è qualcosa che si protegge.
E' qualcosa su cui si rischia."
"Ripenso alle cartoline che ho lasciato dentro la sua valigia.
Su una di esse avevo scritto: scusami.
Solo adesso capisco che, in realtà,
avrei dovuto scrivere: grazie!"
E infine, forse, il parallelismo più bello che si amalgama con il romanzo precedente: quello del senso della doppia felicità.
Se nel primo libro regnava il principio dell'importanza degli "incidenti casuali" qui si evidenzia l'importanza di mettersi al volante della propria vita ed essere gli artefici del nostro destino. Assumersi le proprie responsabilità, smettere di affidarsi al caso, alle coincidenze, agli incidenti casuali appunto.
Sono importanti, è vero, ma nella misura in cui ci spronino a trovare in noi stessi i mezzi e la via da percorrere. La doppia felicità erano i due versi della poesia che si ritrovavano, le due metà che si riunivano. Era l'amore. Ma non solo...
Non si tratta di fato o di volontà. Non è una cosa o l'altra.
Forse, per raggiungere la doppia felicità, servono entrambe le cose.
E poco importa se non sapremo mai cosa succederà una volta aperta quella porta...
Quello che conta è il viaggio. Il percorso.
Quell'incastro misterioso dove l'amore incontra la fortuna e dove il destino incontra la volontà.
BELLISSIMI (entrambi, e superconsigliati. Da leggere tutti d'un fiato!...)
Serie "Just one day"
1 - Per un giorno d'amore - Just one day ( recensione QUI )
2 - Per un anno d'amore - Just one year
L'Autrice
Giornalista freelance, ha scritto molti articoli sui giovani e sui problemi sociali giovanili. Con il marito Nick ha compiuto un viaggio intorno al mondo, da cui ha raccolto un patrimonio di esperienze e informazioni che sono serviti per i suoi libri. Ha vinto, fra gli altri, il prestigioso premio NAIBA Book of the Year Awards e l’Indie Choice Honor Award. La scrittrice vive a Brooklyn con il marito e due figlie, di cui una adottiva.
PER UN ANNO D'AMORE
di Gayle Forman
editore: Mondadori
pagine: 372
prezzo: 14.90 euro
Brossura
( 2° volume Serie "Just one Day" )
Trama
Nel giro di 24 ore Willem e Allyson si sono trovati, innamorati e poi persi. La loro avventura folle e romantica a Parigi è finita prima del previsto. Nulla rimane di quella notte, tranne un orologio. E la borsetta di Allyson, in cui Willem spera di trovare un indirizzo, una speranza, un appiglio che lo riporti sulla strada verso la sua "Lulù", soprannominata così per via della somiglianza con l'attrice Louise Brooks. Ma il tempo, come spesso capita, scorre veloce e la vita fa il suo corso. La passione per il teatro porta Willem in giro per il mondo, dove farà tanti incontri, stringerà nuove amicizie, proverà a dimenticare. Ma una domanda lo segue a ogni passo: quell'orologio, unico ricordo di un amore durato solo una notte, scandirà il tempo per ritrovarsi? La storia di "Per un anno d'amore" ha inizio nel romanzo "Per un giorno d'amore".
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