"Non brevetterò mai il mio vaccino.
Voglio che tutti possano averne una dose
gratuitamente e il prima possibile.
Il nazismo ha sterminato la mia famiglia,
la mia vendetta sarà salvare i bambini di tutto il mondo."
Voglio che tutti possano averne una dose
gratuitamente e il prima possibile.
Il nazismo ha sterminato la mia famiglia,
la mia vendetta sarà salvare i bambini di tutto il mondo."
Ci sono le rock star, i divi di Holliwood, le Top Model o i grandi calciatori sempre sotto i riflettori, conosciuti e ammirati da tutti quasi fossero dei supereroi e poi ci sono uomini "piccoli"e quasi sconosciuti che, lontani dalla ribalta, fanno invece cose grandi. Grandissime; sono Eroi del quotidiano e in questo mondo hanno lasciato il segno grazie al loro impegno e al loro essere veramente Super. Come Albert Sabin, il supereroe di questo romanzo che Sara Rattaro ha scritto per i bambini - ma non solo - per insegnargli a non farsi mai abbattere dalle difficoltà e non smettere mai di inseguire i propri sogni perché con l'impegno, la tenacia e la passione si possono realizzare. E che talvolta quei sogni possono fare del bene all'umanità intera, anche se sottovoce.
Un romanzo bellissimo che ci insegna, o ci ricorda, quanto sia importante anche condividere ed impegnarsi per il prossimo.
Sara Rattaro è autrice, tra gli altri successi, de L'amore addosso e Uomini che restano (Sperling&Kupfer). Laureata in biologia e Scienze della Comunicazione ha conseguito il master in divulgazione scientifica "Rasoio di Occam" e ha lavorato come informatrice farmaceutica prima di dedicarsi completamente alla sua grande passione: la scrittura. E' oggi una delle più note scrittrici italiane accolta con grande successo da librai, lettori e critica. Il cacciatore di sogni è il suo primo romanzo per ragazzi.
Un romanzo bellissimo che ci insegna, o ci ricorda, quanto sia importante anche condividere ed impegnarsi per il prossimo.
Il bello di esser... Piccoli Lettori
opinione di Sangueblu
Dicono che a questo mondo siamo tutti utili,
ma nessuno è indispensabile.
Devono averlo pensato senza contarti.
Tu sì che sei stato indispensabile per questo mondo,
di molti altri avremmo potuto fare a meno, di te no!
Buon viaggio, Albert...
Un giorno di tanti anni fa, il 4 luglio 1984, l'aeroporto di Roma Fiumicino era invaso da giornalisti di tutte le nazionalità in febbrile attesa dell'arrivo di un personaggio "molto importante" del mondo del calcio. Stava infatti per atterrare, per entrare a far parte di una delle squadre italiane, il Pibe De Oro: Diego Armand Maradona. Tanto meritato clamore per uno dei calciatori del momento quando un ben più illustre passeggero stava atterrando su quello stesso volo nella più totale indifferenza.
Un uomo ben più importante perché aveva dato il suo fondamentale contributo a salvare la vita di migliaia di persone. Forse anche a tanti di quei giornalisti. Questo signore anziano, umile e gentile si chiamava Albert Bruce Sabin ed è colui che ha scoperto il vaccino per la poliomelite: una malattia terribile che, nei primi anni del '900 ha mietuto un grandissimo numero di vittime. Questo evento dispiacque talmente tanto al nonno dell'autrice, Sara Rattaro, che lo spinse a raccontarle la storia di questo uomo straordinario per cui, meritatamente, nutriva tanta stima; doveva sapere infatti quali mirabili imprese aveva compiuto nella più grande umiltà e che vita difficile aveva affrontato senza mai scoraggiarsi e senza mai rinunciare al suo sogno, che era proprio quello di mettere la scienza al servizio dell'umanità.
Questo magnifico romanzo di Sara Rattaro, indirizzato ai bambini ma altrettanto bello e significativo anche per i grandi, attraverso un espediente di fantasia ovvero il viaggio di Luca, un ragazzino con il braccio fratturato che si trova a fare lo stesso volo di ritorno da Barcellona a Roma proprio accanto all'insigne professore, racconta la vita e la missione di questo uomo straordinario che fu Albert Sabin.
Nato a Vialistok, a nord di Varsavia, in un periodo in cui la Polonia era ancora sotto il dominio russo. Questo ragazzino vivace ed intelligente era nato ceco da un occhio e con un altra caratteristica che, purtroppo, in quel momento storico era un problema: era di religione ebraica. Per ragioni assolutamente ingiuste ed incomprensibili persone come lui erano vittime di maltrattamenti e soprusi. Un giorno, quando non aveva più di dieci anni, venne preso a sassate da altri ragazzini cattivi che lo colpirono molto vicino all'occhio sano. Quando è arrivato a casa sanguinante mamma Tilly si è talmente spaventata per la brutalità di quel gesto e per la paura di continuare a vivere così decide di andare via dalla Polonia. Insieme al padre Jacob, con grande dolore e difficoltà di fronte anche all'enigma di costruirsi da zero una nuova vita in un paese sconosciuto, decidono comunque di trasferirsi negli Stati Uniti. Durante il lungo viaggio di traversata in nave Albert, che era un bambino curioso e sveglio, fa amicizia con un signore che legge sempre lo stesso libro: Il cacciatore di microbi; una raccolta di tutte le biografie degli uomini di scienza più importanti che hanno fatto cose molto importanti per la nostra salute. Albert rimase talmente affascinato da questa cosa che, durante il viaggio, si fa raccontare da questo signore ogni giorno una biografia, una dopo l'altra. Quando arriverà a New York avrà già ben chiara dentro di sé la strada che vorrà percorrere e lo dichiarerà ai suoi genitori: vuole diventare un cacciatore di microbi, da grande. Un medico!
Una decisione molto bella ed importante ma se pensiamo ai tempi che erano e al fatto che fossero una famiglia di migranti e non particolarmente abbienti non sarà certamente stata un'impresa facile riuscire a completare gli studi e ciò a dimostrazione di quanto Albert fosse bravo e determinato nel raggiungere il suo sogno.
Proprio all'Università arriva il suo primo colpo di fortuna ovvero capitare con un bravo insegnante: colui che sarà determinante nell'aiutarlo a compiere il proprio percorso e a raggiungere gli obbiettivi che si era preposto: William Park uno dei "Cacciatori di Microbi" per eccellenza del momento (aveva sconfitto la difterite che era una malattia importantissima e molto contagiosa). Park, che si era accorto del grande potenziale del giovane Albert, gli propone di frequentare il suo laboratorio tutto il giorno, in cambio di piccoli lavoretti, non tanto per aiutarlo a pagarsi gli studi ma per dargli la possibilità di osservare da vicino il suo lavoro. Un'occasione d'oro per Albert che non se la lascia certo sfuggire che lo fa avvicinare sempre più, e sempre più in profondità, al mondo della scienza.
In quegli anni scoppia una grande epidemia di una malattia terribile: la poliomielite, che colpiva i muscoli delle braccia o delle gambe causando immobilità oppure, nel peggiore dei casi, i muscoli polmonari portando ovviamente alla morte. Quando questa malattia colpisce una vittima illustre, il Presidente degli Stati Uniti, Franklin Roosvelt che era amatissimo, si ebbe una svolta nelle ricerche perché da quel momento arrivarono molti fondi per studiare una cura. Anche nei laboratori di Albert Sabin e William Park.
Loro lavorano, lavorano tanto finché Albert non ha un'intuizione fondamentale: il contagio non avveniva per via aerea ma per via dell'apparato digerente. A presentarsi infatti erano sempre i papà con i figli malati, perché le mamme o le sorelle maggiori erano a casa, malate anche loro e questo fece lui intuire che il momento del cambio del pannolino fosse il veicolo di contagio.
Proprio nel bel mezzo di quella scoperta epocale un'altro grave problema affligge l'umanità: scoppia la Seconda Guerra Mondiale. E Albert lascia il laboratorio - e sospende i suoi studi - per arruolarsi come medico da campo. Quando tornerà dalla guerra riprenderà da dove aveva lasciato perché la poliomielite nel frattempo era dilagata. Lui è convinto di avere in mano un vaccino, dopo tanti anni di lavoro. Lo prende prima lui, poi lo somministra alle sue figlie e poi a tutti i suoi amici scoprendo di dare realmente l'immunità a quella malattia. Deve correre a dirlo al Governo per chiedergli la possibilità di somministrarlo su larga scala. Ma il Governo dice "no". Non è cittadino americano ma ormai sono tanti anni che vive lì, combattendo perfino per quel Paese... ma il fatto che fosse nato in Russia e che i rapporti con quello Stato non fossero buoni è stato più importante della possibilità di salvare tante vite umane. Ne ha viste tante e decide di non farsi abbattere: prende un aereo per tornare da dove è partito: e va in Russia, dal paese da cui era scappato per le discriminazioni Paese prostrato dagli effetti della guerra e in cui dilagava una grandissima epidemia proprio di poliomielite.
La Russia accoglie perciò Sabin a braccia aperte per fare queste sperimentazioni che, fin da subito, si rivelarono efficaci. La sua zolletta di zucchero con la goccia di vaccino divenne famosa in tutto il mondo. Ma Albert Sabin anziché arricchirsi con il brevetto della casa farmaceutica e la commercializzazione del farmaco decise che fosse messo a disposizione gratuitamente dell'umanità, sbalordendo tutti con la frase:"Il Nazismo ha sterminato la mia famiglia e mi ha fatto scappare dalla mia terra, io per punizione salverò la vita ai bambini di tutto il mondo. Regalate il mio vaccino!"
Albert Sabin lo ha fatto davvero. Ha rinunciato forse a diventare uno degli uomini più ricchi e famosi del mondo per far sì che da quel giorno in poi tutti potessero avere una dose di quel vaccino senza prezzo, senza costi e quindi senza discriminazione.
Io vi ho raccontato la vera storia di Albert Sabin. Nel romanzo troverete la storia di Luca un ragazzino che aveva il sogno di diventare un pianista e della sua famiglia durante i viaggio che lo ha portato da Barcellona a Roma. Una storia "inventata" dall'autrice ma che è stato l'espediente per poter far arrivare le gesta di un uomo importante come Sabin che non può passare inosservato e che merita di essere ricordato con rispetto e gratitudine.
Ho trovato questo romanzo, nella sua chiarezza di stile e nella sua ricercatezza di significati espressi in un linguaggio semplice e facilmente fruibile da Piccoli Lettori assolutamente magnifico. E anche molto commovente. Adoro questa autrice e scoprirla in questa veste di narratrice per bambini me la fa ammirare ancora di più. Trovo sia bellissimo questo suo intento di trasmettere alle nuove generazioni le imprese e gli insegnamenti di uomini realmente vissuti che hanno cambiato il mondo e che attraverso il loro esempio possono dare un contributo a far diventare i bambini di oggi adulti migliori. Mi sono commossa profondamente ed è stato bellissimo anche trovare la stessa attenzione e la stessa commozione anche in mia figlia, piccola lettrice di dieci anni e mezzo, che ha divorato il romanzo con grande attenzione ed interesse. Un vero goal "alla Maradona", quello di Sara e il suo Cacciatore di Sogni.
Ve lo consiglio davvero caldamente per la sua storia fatta di impegno, dedizione, alti obbiettivi e perdono.
il mio voto: 4 stelline e mezzo
Un uomo ben più importante perché aveva dato il suo fondamentale contributo a salvare la vita di migliaia di persone. Forse anche a tanti di quei giornalisti. Questo signore anziano, umile e gentile si chiamava Albert Bruce Sabin ed è colui che ha scoperto il vaccino per la poliomelite: una malattia terribile che, nei primi anni del '900 ha mietuto un grandissimo numero di vittime. Questo evento dispiacque talmente tanto al nonno dell'autrice, Sara Rattaro, che lo spinse a raccontarle la storia di questo uomo straordinario per cui, meritatamente, nutriva tanta stima; doveva sapere infatti quali mirabili imprese aveva compiuto nella più grande umiltà e che vita difficile aveva affrontato senza mai scoraggiarsi e senza mai rinunciare al suo sogno, che era proprio quello di mettere la scienza al servizio dell'umanità.
Questo magnifico romanzo di Sara Rattaro, indirizzato ai bambini ma altrettanto bello e significativo anche per i grandi, attraverso un espediente di fantasia ovvero il viaggio di Luca, un ragazzino con il braccio fratturato che si trova a fare lo stesso volo di ritorno da Barcellona a Roma proprio accanto all'insigne professore, racconta la vita e la missione di questo uomo straordinario che fu Albert Sabin.
Nato a Vialistok, a nord di Varsavia, in un periodo in cui la Polonia era ancora sotto il dominio russo. Questo ragazzino vivace ed intelligente era nato ceco da un occhio e con un altra caratteristica che, purtroppo, in quel momento storico era un problema: era di religione ebraica. Per ragioni assolutamente ingiuste ed incomprensibili persone come lui erano vittime di maltrattamenti e soprusi. Un giorno, quando non aveva più di dieci anni, venne preso a sassate da altri ragazzini cattivi che lo colpirono molto vicino all'occhio sano. Quando è arrivato a casa sanguinante mamma Tilly si è talmente spaventata per la brutalità di quel gesto e per la paura di continuare a vivere così decide di andare via dalla Polonia. Insieme al padre Jacob, con grande dolore e difficoltà di fronte anche all'enigma di costruirsi da zero una nuova vita in un paese sconosciuto, decidono comunque di trasferirsi negli Stati Uniti. Durante il lungo viaggio di traversata in nave Albert, che era un bambino curioso e sveglio, fa amicizia con un signore che legge sempre lo stesso libro: Il cacciatore di microbi; una raccolta di tutte le biografie degli uomini di scienza più importanti che hanno fatto cose molto importanti per la nostra salute. Albert rimase talmente affascinato da questa cosa che, durante il viaggio, si fa raccontare da questo signore ogni giorno una biografia, una dopo l'altra. Quando arriverà a New York avrà già ben chiara dentro di sé la strada che vorrà percorrere e lo dichiarerà ai suoi genitori: vuole diventare un cacciatore di microbi, da grande. Un medico!
Una decisione molto bella ed importante ma se pensiamo ai tempi che erano e al fatto che fossero una famiglia di migranti e non particolarmente abbienti non sarà certamente stata un'impresa facile riuscire a completare gli studi e ciò a dimostrazione di quanto Albert fosse bravo e determinato nel raggiungere il suo sogno.
Proprio all'Università arriva il suo primo colpo di fortuna ovvero capitare con un bravo insegnante: colui che sarà determinante nell'aiutarlo a compiere il proprio percorso e a raggiungere gli obbiettivi che si era preposto: William Park uno dei "Cacciatori di Microbi" per eccellenza del momento (aveva sconfitto la difterite che era una malattia importantissima e molto contagiosa). Park, che si era accorto del grande potenziale del giovane Albert, gli propone di frequentare il suo laboratorio tutto il giorno, in cambio di piccoli lavoretti, non tanto per aiutarlo a pagarsi gli studi ma per dargli la possibilità di osservare da vicino il suo lavoro. Un'occasione d'oro per Albert che non se la lascia certo sfuggire che lo fa avvicinare sempre più, e sempre più in profondità, al mondo della scienza.
In quegli anni scoppia una grande epidemia di una malattia terribile: la poliomielite, che colpiva i muscoli delle braccia o delle gambe causando immobilità oppure, nel peggiore dei casi, i muscoli polmonari portando ovviamente alla morte. Quando questa malattia colpisce una vittima illustre, il Presidente degli Stati Uniti, Franklin Roosvelt che era amatissimo, si ebbe una svolta nelle ricerche perché da quel momento arrivarono molti fondi per studiare una cura. Anche nei laboratori di Albert Sabin e William Park.
Loro lavorano, lavorano tanto finché Albert non ha un'intuizione fondamentale: il contagio non avveniva per via aerea ma per via dell'apparato digerente. A presentarsi infatti erano sempre i papà con i figli malati, perché le mamme o le sorelle maggiori erano a casa, malate anche loro e questo fece lui intuire che il momento del cambio del pannolino fosse il veicolo di contagio.
Proprio nel bel mezzo di quella scoperta epocale un'altro grave problema affligge l'umanità: scoppia la Seconda Guerra Mondiale. E Albert lascia il laboratorio - e sospende i suoi studi - per arruolarsi come medico da campo. Quando tornerà dalla guerra riprenderà da dove aveva lasciato perché la poliomielite nel frattempo era dilagata. Lui è convinto di avere in mano un vaccino, dopo tanti anni di lavoro. Lo prende prima lui, poi lo somministra alle sue figlie e poi a tutti i suoi amici scoprendo di dare realmente l'immunità a quella malattia. Deve correre a dirlo al Governo per chiedergli la possibilità di somministrarlo su larga scala. Ma il Governo dice "no". Non è cittadino americano ma ormai sono tanti anni che vive lì, combattendo perfino per quel Paese... ma il fatto che fosse nato in Russia e che i rapporti con quello Stato non fossero buoni è stato più importante della possibilità di salvare tante vite umane. Ne ha viste tante e decide di non farsi abbattere: prende un aereo per tornare da dove è partito: e va in Russia, dal paese da cui era scappato per le discriminazioni Paese prostrato dagli effetti della guerra e in cui dilagava una grandissima epidemia proprio di poliomielite.
La Russia accoglie perciò Sabin a braccia aperte per fare queste sperimentazioni che, fin da subito, si rivelarono efficaci. La sua zolletta di zucchero con la goccia di vaccino divenne famosa in tutto il mondo. Ma Albert Sabin anziché arricchirsi con il brevetto della casa farmaceutica e la commercializzazione del farmaco decise che fosse messo a disposizione gratuitamente dell'umanità, sbalordendo tutti con la frase:"Il Nazismo ha sterminato la mia famiglia e mi ha fatto scappare dalla mia terra, io per punizione salverò la vita ai bambini di tutto il mondo. Regalate il mio vaccino!"
Albert Sabin lo ha fatto davvero. Ha rinunciato forse a diventare uno degli uomini più ricchi e famosi del mondo per far sì che da quel giorno in poi tutti potessero avere una dose di quel vaccino senza prezzo, senza costi e quindi senza discriminazione.
Io vi ho raccontato la vera storia di Albert Sabin. Nel romanzo troverete la storia di Luca un ragazzino che aveva il sogno di diventare un pianista e della sua famiglia durante i viaggio che lo ha portato da Barcellona a Roma. Una storia "inventata" dall'autrice ma che è stato l'espediente per poter far arrivare le gesta di un uomo importante come Sabin che non può passare inosservato e che merita di essere ricordato con rispetto e gratitudine.
Ho trovato questo romanzo, nella sua chiarezza di stile e nella sua ricercatezza di significati espressi in un linguaggio semplice e facilmente fruibile da Piccoli Lettori assolutamente magnifico. E anche molto commovente. Adoro questa autrice e scoprirla in questa veste di narratrice per bambini me la fa ammirare ancora di più. Trovo sia bellissimo questo suo intento di trasmettere alle nuove generazioni le imprese e gli insegnamenti di uomini realmente vissuti che hanno cambiato il mondo e che attraverso il loro esempio possono dare un contributo a far diventare i bambini di oggi adulti migliori. Mi sono commossa profondamente ed è stato bellissimo anche trovare la stessa attenzione e la stessa commozione anche in mia figlia, piccola lettrice di dieci anni e mezzo, che ha divorato il romanzo con grande attenzione ed interesse. Un vero goal "alla Maradona", quello di Sara e il suo Cacciatore di Sogni.
Ve lo consiglio davvero caldamente per la sua storia fatta di impegno, dedizione, alti obbiettivi e perdono.
il mio voto: 4 stelline e mezzo
L'Autrice
Sara Rattaro è autrice, tra gli altri successi, de L'amore addosso e Uomini che restano (Sperling&Kupfer). Laureata in biologia e Scienze della Comunicazione ha conseguito il master in divulgazione scientifica "Rasoio di Occam" e ha lavorato come informatrice farmaceutica prima di dedicarsi completamente alla sua grande passione: la scrittura. E' oggi una delle più note scrittrici italiane accolta con grande successo da librai, lettori e critica. Il cacciatore di sogni è il suo primo romanzo per ragazzi.
Le opere
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Il libro
editore: Mondadori
genere: narrativa Ragazzi
pagine: 174
prezzo: 15.00 euro
Rilegato
eBook: 7.99 euro
età di lettura: dai 10 anni
Trama
Luca, che da grande sogna di diventare pianista, ha una mano rotta, un fratello maggiore piuttosto fastidioso, una mamma rompiscatole e un aereo da prendere per tornare da Barcellona in Italia. È il 4 luglio 1984 e, su quell'aereo, la sua vita cambia per sempre. Luca incontra un eroe... No, non si tratta di Maradona, che in aeroporto ha attirato l'attenzione di tutti (e in particolare di suo fratello Filippo), ma di un misterioso signore che somiglia un po' a Babbo Natale e occupa il sedile accanto al suo. All'improvviso l'uomo gli chiede: «Posso raccontarti una storia?». Comincia così un'avventura straordinaria, fatta di parole e ricordi, con una sorpresa davvero inaspettata... l'avventura di un cacciatore di sogni, lo scienziato Albert Bruce Sabin. Età di lettura: da 10 anni.
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