martedì 24 aprile 2018

Recensione: L'ULTIMO CAFFE' DELLA SERA di Diego Galdino

Perché non basta un caffè per trovare la persona giusta.
Ne servono due... Il primo del mattino 
e l'ultimo della sera.



I romanzi di Diego Galdino sono una carezza sul cuore. O, per dirla meglio come farebbe Mino, sono una "scafetta" sul cuore: quel gesto intimo e speciale che non solo ti coccola ma ti rassicura, che ti dona nella sua semplicità qualcosa di unico destinato a penetrare in profondità. E L'ultimo caffè della sera - in uscita oggi per Sperling & Kupfer - questo potere ce l'ha. E se non è possibile fare una graduatoria tra i cinque libri finora pubblicati dall'autore perché sono accomunati dallo stesso stile garbato e gentile che tanto amo di lui, posso capire perché di questo vada tanto fiero.
C'è tutta la sua magnifica, vibrante e straordinaria Roma in questo libro. C'è l'aroma dei caffè più fantasiosi che permea tute le sue pagine. Ci sono tutti (o quasi, purtroppo) i rumorosissimi e "coloratissimi" clienti amici del bar Tiberi che dopo Il primo caffè del mattino sono diventati una sorta di famiglia anche per noi. E, sopra - e dentro - ogni cosa c'è l'amore. L'amore che fa rinascere, l'amore che purifica, l'amore che perdona, l'amore che dà coraggio e che fa sorridere. Quello che non ha bisogno di gesti eclatanti o situazioni estreme per sbocciare e crescere ma che necessita solo della capacità di riconoscersi e di riconoscerlo: l'amore. Raccontato con la classica tenerezza, eleganza e "ordinaria magia" che ormai rendono per me Diego Galdino inconfondibile in Italia.
Non perdete le altre recensioni del Review Party sui blog: Le recensioni della libraia, Bookish Advisor, Le lettrici impertinenti, Il colore dei libri e Reading at Tiffany's.



opinione di Sangueblu

Non è l'amore ad essere giusto o sbagliato, ma le persone.
La tua storia d'amore è finita male perché
evidentemente lei non era quella giusta.
Solo per questo.
Credo che prima o poi quella giusta arriverà.
E te ne accorgerai, avoja se te ne accorgerai...
Quando sarai vecchio e ti renderai conto
di aver trascorso con lei la maggior parte dei tuoi giorni felici.

L'ultimo caffè della sera parte qualche anno dopo la conclusione de Il primo caffè del mattino (ma non lasciatevi scoraggiare perché, anche se vi perdereste l'opportunità di leggere un libro molto bello, potrete tranquillamente leggere anche soltanto questo perché Diego è molto bravo nell'introdurci nel mondo di Massimo - Mino - il protagonista e a farci capire il suo stato d'animo e tutto quello che ha passato negli ultimi due anni).
Geneviève se ne andata.
Contrariamente ad ogni aspettativa - sembrava infatti che niente avrebbe potuto impedirle di trascorrere la vita a bere ogni primo caffè del mattino in compagnia del suo innamorato - è tornata a Parigi. Non ne poteva fare più a meno e, complice anche il suo carattere chiuso e tormentato, decide di troncare quella che sembrava la storia d'amore perfetta. Massimo è a pezzi. La sua storia d'amore era stata rasa al suolo, spazzata via completamente. Con grande fatica cerca di rimettersi in piedi; il suo cuore si era spento e credeva che non si sarebbe mai più riacceso per nessun'altra e desiderava fosse così finché dal nulla arriva Mina: dolce, solare, intelligente, sensibile.
Un personaggio che mi è piaciuto moltissimo e che non faticherà a conquistare anche tutti gli avventori del bar Tiberi e coloro che ci lavorano.
Dietro il bancone ci sono delle novità, infatti: la sorella di Massimo, Carlotta e Marcello che ha preso il posto di Dario morto improvvisamente per una malattia che aveva taciuto a tutti.
Nonostante la delusione cocente che Massimo continua a portarsi sempre dietro come un'ombra, non potrà fare a meno di legarsi sempre più a Mina che sembra essere davvero fatta apposta per lui.

"Le cose tra Massimo e Mina funzionavano a meraviglia, tanto che ormai tutti i clienti-amici-famigliari del bar Tiberi li consideravano una coppia d'innamorati consolidata. I nuovi e vecchi capisaldi, i cavalieri del bancone rotondo, avevano vissuto insieme a Massimo la via crucis dell'abbandono da part di Geneviève e l'oscurantismo di una vita senza amore, ma ora finalmente il Medioevo del bar era finito, si eranno tolti la corona di spine della tristezza di riflesso e si prodigavano per compiacere colei che aveva riportato la luce nel regno, per farla sentire una di casa".

Tra passeggiate romantiche, cene speciali, notti di passione in una stanza d'hotel tutta rosa e caffè da premio preparati su misura e soprattutto frasi dolcissime che ho sottolineato a più riprese leggendo il romanzo, Mino e Mina (destinati ad essere perfetti insieme già per via dei nomi) si innamoreranno perdutamente.... di quell'amore puro, pulito e meraviglioso che è "casa".

Non voleva dirle che l'avrebbe amata per sempre,
perché lui sapeva che l'importante in amore non era l'eternità,
perché l'eternità non finisce, ma nemmeno inizia,
l'importante era mantenere costante l'intensità del sentimento,
il segreto era solo quello.
Amarla tutti i giorni come fosse il primo giorno.
Non quello in cui l'hai baciata o ci hai fatto l'amore, no,
il primo giorno in cui ti sei innamorato di lei.
Il giorno in cui hai capito che fino ad allora non avevi capito niente.

Ovviamente non sarà tutto così semplice... perché quando nel passato si lasciano cose irrisolte poi con quel passato ci si deve fare i conti, prima o poi. E, spesso, il destino si mette in mezzo per darti lezioni di "matematica". Ad un certo punto Geneviève tornerà. E saranno guai.
O forse no? Lo scoprirete solo leggendo!!! :-)

L'ultimo caffè della sera si fonda su una domanda fondamentale: abbiamo più di un amore della nostra vita a disposizione?Forse ci illudiamo di sapere cos'è l'amore, ma in realtà non ne capiamo niente. Altrimenti perché ci sarebbero tradimenti, perché cambiamo opinione e perché quando muore una moglie o un marito, il grande amore, l'amore eterno, dopo qualche anno amiamo qualcun altro, ci risposiamo, convinti che anche quello sarà l'amore della nostra vita? Era il primo quello sbagliato?

L'amore è solo AMORE.
E tra queste pagine ne troverete tanto. Tantissimo...
Talmente tanto che se siete innamorate e avete la fortuna, come me, di avere chi vi ama accanto vi sentirete davvero fortunate; consapevoli che è vero quando l'autore scrive che l'amore è soffiare ogni giorno sulle candeline di una torta di compleanno ed esprimere un desiderio che verrà esaudito da chi ti ama. Ma se ancora non avete trovato quella "persona giusta" non dovete smettere di crederci. Non dovete mai smettere di credere nell'amore, in quell'amore semplice, pulito, ordinario... che sa essere straordinario se è con la persona giusta e se gli permettiamo di esprimersi e crescere. Auguro ad ognuno di voi di avere prima o poi un amore così. Tutti ne abbiamo diritto.
Non bisogna mai smettere di crederci, senza accontentarci di nulla di meno: perché se avremo l'amore come compagno di viaggio ogni posto che vedremo sarà sempre il più bello che abbiamo mai visto.

L'amore non deve curare, sanare ferite,
o farci compagnia, l'amore non protegge nessuno,
l'amore non è bello o brutto,
l'amore ci guarda sbagliare e fare bene,
l'amore è testimone,
noi siamo noi e l'amore è l'amore,
perché lui a differenza nostra
non cambia mai, è sempre e solo quello che deve essere:
amore, punto!

Il mio voto: Quattro stelline e mezzo

L'Autore


Diego Galdino, classe 1971, vive a Roma e, come il protagonista del suo romanzo, ogni mattina sia alza alle cinque per aprire il suo bar in centro, dove tutti i giorni saluta i clienti con i caffè più fantasiosi della città. Non si sa quando trovi il tempo per scrivere - attività che, dopo shakerare, è la sua vera grande passione. 

Le opere

Il primo caffè del mattino  (recensione QUI)
Mi arrivi come da un sogno
Vorrei che l'amore avesse i tuoi occhi
Ti vedo per la prima volta  (recensione QUI)

Il libro

editore: Sperling & Kupfer
genere: romance contemporaneo
pagine: 270
prezzo: 16.90 euro
Rilegato
eBook: 9.99 euro

Trama


"Il primo caffè del mattino" si conclude con una domanda a cui nessuno risponde. Una dichiarazione d'amore bellissima, che purtroppo non è bastata al povero Massimo, proprietario di un piccolo bar nel cuore di Trastevere, per convincere la ragazza francese di cui si è innamorato a restare a Roma con lui. Sono passati due anni da allora e nella vita di Massimo sono cambiate molte cose, così come nel bar Tiberi, dove però, tra addii e nuovi arrivi, l'atmosfera è rimasta quella di sempre, allegra e impertinente. Poi, un giorno, come in un déjà vu, al bar piomba un'incantevole ragazza dai grandi occhi blu. Si chiama Mina, viene da Verona e lavora in un noto negozio del centro. Tutto questo, però, Massimo ancora non lo sa, sa solo che la giovane è alla ricerca del famoso bar dove si prepara il caffè alla Nutella più buono del mondo. E a lui non resta che arrossire e annuire. Sarà il primo di tanti caffè. E, tra una romantica passeggiata romana e l'altra, l'amicizia tra i due si trasformerà presto in qualcosa di più. Ma, proprio quando le cose iniziano a funzionare, il passato torna a bussare, prepotente, alla porta. Per Massimo si prevedono giorni difficili. E dovrà fare una scelta. Una scelta di cuore, perché lui ne ha soltanto uno da donare.

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