martedì 30 ottobre 2018

Blogtour: LA STANZA DELLA TESSITRICE di Cristina Caboni

Ciao a tutti amici lettori! Oggi sul nostro blog siamo liete di ospitare una delle tappe dedicate al nuovo bel romanzo di Cristina Caboni. In un intreccio tra presente e passato, e in una storia che unisce i suoi fili tra città diverse noi del Bello di esser letti ci occuperemo di illustrarvi proprio i luoghi del romanzo con un particolare occhio di riguardo alle ambientazioni a cui l'autrice ha dedicato una parte molto importante. La descrizione degli ambienti, delle stanze, dei palazzi ma anche delle atmosfere che si respirano peculiari in ogni città rendono i luoghi quasi personaggi paralleli ai reali protagonisti, contribuendo a rendere ancor più vivido e significativo il racconto perché incarnano i concetti di moda, eleganza, stile, bellezza e sogno che sono i pilastri di questo romanzo.




I LUOGHI DEL ROMANZO


MILANO: E' la città dove cresce Camilla; il luogo dei suoi affetti e dove c'è quella che considera casa: il Palazzo Leclerc. 


La parte di Palazzo Leclerc che Camilla preferiva in assoluto era il cortile interno. Gli alberi che vi crescevano e che, in autunno, le fornivano alti mucchi di foglie rosse su cui sdraiarsi per guardare il cielo. Le colonne che lo costeggiavano e che sorreggevano gli archi su cui si alzavano i quattro piani dell'antica costruzione in centro a Milano. Il pavimento di mosaico che tracciava lunghi pecorsi su cui saltare a un piede. Ma più di tutto Camilla amava le panchine di marmo. Erano strade su cui correre, tavoli dove posare i disegni, letti per le bambole, piste di decollo per i sogni.

Le colonne che sostenevano il portico, le finestre del palazzo circondate da elaborate cornici di marmo che si affacciavano sul giardino lungo tutti i piani.nAnche i balconi, sormontati da grandi archi, si aprivano sul cortile. L'interno era luminoso, con alti soffitti che permettevano alla luce di penetrare per molte ore del giorno. C'erano una biblioteca, la sala della musica con il pianoforte a cosa, il salone di rappresentanza con i lussuosi mobili in stile e quello intimo, dove lei, Marianne Daniela avevano trascorso molte ore insieme. Le camere da letto occupavano un'altra ala del palazzo e, all'ultimo piano, c'era il laboratorio privato in cui venivano accolti i clienti importanti
e realizzati gli abiti più prestigiosi.

BELLAGIO (LAGO DI COMO): E la splendida cittadina sul lago di Como in cui si trasferisce per un periodo Caterina dopo aver lasciato Milano dopo un litigio con la cugina Diana, gelosa dell'affetto che la zia, Marianne Leclerc, nutriva per lei come fosse una figlia e indispettita dal fatto che avesse designato lei come propria erede per prendere in mano l'azienda di famiglia. Bellagio per Camilla era sinonimo di libertà e lei di libertà aveva una sete costante. Nonostante sentisse una profonda mancanza di tutti i suoi affetti. Per questa ragione non si è allontanata troppo da Milano scegliendo di trasferirsi a Bellagio. 




ORISTANO: Caterina, dopo essere stata data a balia in tenera età e aver vissuto in un villaggio di pescatori, viene ad un certo punto portata ad Oristano dove vivevano il padre (Giuseppe Frau), la madre Ester e i due fratelli Giacomo e Filippo. A Caterina non piace vivere così lontana dal mare e in mezzo alla freddezza con cui viene trattata soprattutto da sua madre.


Nei giorni seguenti la vita di Caterina cambiò completamente.
La mattina, Rosa l'aiutava a vestirsi e le faceva fare colazione. Dopo giocava da sola nel cortile a ridosso dell'orto. Le loro camere erano in un'ala separata dalla grande dimora alla periferia della città. Era stata acquistata da Iginio, il nonno di Caterina, che poi aveva fatto costruire le due ali laterali per dare alla villa un aspetto più armonioso. A un certo punto della sua vita l'uomo si era fatto prendere da una sorta di follia creativa e aveva ordinato la costruzione di altre camere per ospitare le famiglie dei suoi eredi. Il risultato era difficile da comprendere. Molti degli ambienti si aprivano su cortili dove non arrivava mai il sole, uniti tra loro da strani corridoi che spesso terminavano davanti a una parete chiusa. Caterina non amava quella casa e più di una volta Rosa, per calmare la sua angoscia, aveva dovuto prometterle più volte che presto sarebbero tornate al villaggio dei pescatori.

COMO: E' la città dove si trasferisce Caterina una volta lasciata la Sardegna. Una città meravigliosa che lei comincia ad amare da subito. Conquistata dal lago che era come un piccolo mare. La città in cui vivono la zia Amelia e la cugina Luisa. Nonostante l'affetto della zia Caterina non sa cosa pensare della sua nuova vita; non che le dispiacesse, c'erano così tante novità, luoghi incantevoli che la riempivano di stupore e meraviglia e una città affacciata su un lago come nelle favole che le raccontava Rosa da piccola. Il suo cuore era così affamato di attenzioni, così sensibile alla gentilezza, che presto si lasciò conquistare. In poco tempo Caterina sviluppò un vero e proprio attaccamento alla famiglia Lombardo; si sentiva profondamente in debito con loro.


Intorno era tutto bellissimo, dal prato curato, ai cespugli di rose che profumavano l'aria. La villa poi era così grande e bella da togliere il fiato. Tre piani, una scalinata che conduceva all'ingresso, un terrazzo che sovrastava il portico dalle alte colonne. E poi il lago.


PARIGI: Parigi è la città in cui Caterina trova l'amore e dà il via alla sua fiorente attività con cui portava avanti la sua idea di moda, femminilità e indipendenza. Ma è anche la città in cui si rifugia per sfuggire al dolore e dove Camilla e Marco tornano per cercare le sue tracce e ricostruire un passato nebuloso e affascinante, pieno di luci ed ombre. 


Il palazzo dove, secondo Estelle Lacroix, si trovava l'atelier di Mirabelle era su Avenue Montaigne
Camilla non ne era affatto sorpresa.
Per quanto ci fossero zone più suggestive di Parigi,
quella via era da sempre sinonimo di raffinatezza,
bellezza e grande stile. Dalle antiche cancellate dei palazzi
alle aiuole ben tenute, agli ampi viali che conducevano agli Champs-Elysées e alla Tour Eiffel: ogni dettaglio era frutto di cura e attenzione. Quella zona della città. ora sede di alcune tra le maison più famose del panorama della moda internazionale - Dior, Yves Saint-Laurent, Gucci - era l'ideale per proporre confezioni di prestigio.  Davanti al palazzo che aveva ospitato l'atelier, Camilla e Marco ne osservavano la facciata. Sembrava che l'edificio fosse passato indenne attraverso il tempo. Le linee classiche non differivano molto da quelle originali, una sorta di armonia le accomunava. Forse dipendeva dalle dimensioni, forse dalle grate in ferro battuto che proteggevano i balconi.
Camilla ne percepiva il fascino e il mistero nascosto, e lo osservavava come se potesse trovarvi le risposte alle proprie domande. Non era rimasta traccia dell'incendio che aveva distrutto il mito di Mirabelle.


Questo e molto altro scoprirete leggendo La stanza della tessitrice di Cristina Caboni e se seguirete le altre tappe del blog tour ad esso dedicato. Qui il calendario completo!


Grazie a Reading at Tiffani's per averci coinvolte e alla Garzanti per la gradita copia.

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