lunedì 7 novembre 2016

INTERVISTA A LICIA TROISI - Lucca Comix&Games 29 ottobre 2016

Grazie alla Mondadori e alla splendida Anna Da Re in occasione della cinquantesima edizione del Lucca Comix & Games abbiamo avuto la possibilità e l'onore di intervistare privatamente la Regina italiana del Fantasy per ragazzi: la leggendaria Licia Troisi.
Con un gruppo ristretto di blogger, amiche anche nella vita, abbiamo potuto fare una bella chiacchierata per scoprire la nuova Saga del Dominio appena nata dalla penna di Licia e scoprire qualcosa in più sul suo mondo, sul suo lavoro e sui suoi interessi. Con grande simpatia e la consueta gentilezza e il brio che la contraddistinguono, Licia non si è tirata mai indietro e ha risposto a tutte le nostre domande che abbiamo cercato di riassumere in questo post che, speriamo, vi piacerà!





Com'è nata l'idea che ha dato vita alla Saga del Dominio? Che tipo di ricerche per costruire un racconto come questo?

L'idea iniziale da cui è nato il romanzo è stata il freddo.
Tutto è partito da un progetto secientifico di cui avevo sentito parlare che ipotizzava di "acchiappare" un asteroide e portarlo in orbita intorno alla Luna per studiare e prendere dei minerali. Dunque io da questo spunto ho immaginato cosa potrebbe succedere se questo asteroide si schiantasse sulla Terra dando vita ad una specie di Era Glaciale. Il freddo è tutto ciò che è rimasto da queste elucubrazioni e l'idea di partenza. Dopodiché mi sono immaginata una specie di "Europa alternativa" del passato in cui ci sia una sorta di epoca glaciale, in cui il ghiaccio e il freddo occupano grande spazio. Specialmente nella parte a nord del territorio.


Da questa idea è nato poi, pian piano, tutto il resto.
Ho voluto creare un mondo molto più complesso, ricco e caotico rispetto a quelli dei precedenti romanzi. Una sorta di Europa immaginaria in cui spariscono i confini e in cui ho cercato di dare una lingua, un etnografia, una religione, usi e costumi a tutti i popoli che si trovano all'interno del Dominio.  Se si guarda la cartina disegnata nel romanzo si potrà notare come non esistano dei veri e propri Confini ma come si sviluppino i vari elementi geografici (Montagne, Valli, Mari) e come ad ogni zona corrisponda un preciso popolo con i suoi usi e costumi e una propria lingua che mi sono divertita ad inventare prendendo ispirazione dalle lingue che effettivamente si parlano nel nostro mondo, storpiandole un po'. Non essendo una linguista non ho voluto prendermi troppe libertà nell'invenzione lasciandomi ispirare dalle lingue già esistenti. Soprattutto il tedesco.

Quanto hai impiegato a scriverlo tutto?

Da quando ho avuto l’idea iniziale e ho cominciato a buttare giù tutti gli appunti fino a quando poi effettivamente è stato scritto,  è passato un anno e mezzo / due. La mera scrittura credo abbia preso più o meno sei mesi. (Anche perché l’ho scritto tre volte ed è stata una cosa per me abbastanza lunga).

Di tutte le tue eroine forti valorose e determinate ce n’è una a cui vorresti assomigliare di più o in cui ti identifichi di più?

In realtà no. Non c'è nessuna in particolare a cui vorrei assomigliare perchè in loro tendo a mettere tante delle mie debolezze perciò mi assomigliano soprattutto nei difetti.
C'è un aspetto ridondante in tutte le mie eroine, che torna tutte le volte e in qualunque mia opera: la forza fisica che contemporaneamente si sposa alla fragilità emotiva, psicologica. Forse solo Sophie e Pan sono un pochino diverse. Questo può dipendere dal fatto che anche io all'esterno vengo percepita come una persona sicura di sè e tranquilla ma solo perchè fingo bene; invece dentro c'è il casino più totale... Sto cercando di porre rimedio e mettere un argine a questo fatto! LOL 
Però questo dualismo e questa contrapposizione tra fragilità interiore e forza esteriore mi piace molto e forse è per questo che la faccio tornare sempre nei miei libri. Mi piace la contraddizione nei personaggi, soprattutto sul piano fisico e interiore.
Probabilmente anche questa è una cosa autobiografica. Io, per esempio, dieci anni fa sono dimagrita 20 chili quindi sono cambiata molto anche fisicamente ed evidentemente questo fatto di non sentire, all’epoca, una corrispondenza tra come mi sentivo io dentro e il mio aspetto esteriore viene fuori all’interno dei miei romanzi attraverso i miei personaggi.
Però, nell'ispirazione dei miei personaggi femminili, credo di aver attinto molto anche a Caska di Bersek uno dei personaggi femminili che amo di più perché secondo me ha proprio questa caratteristica di essere una combattente molto molto forte, se la vede anche con gli uomini tranquillamente, però è anche molto fragile dal punto di vista psicologico e questa contrapposizione mi è sempre piaciuta.

Che fonte di ispirazioni hai per creare i costumi le usanze e le armi dei personaggi delle tue storie? Quanta inventiva e quanta rielaborazione di ricerche che fai?

Non te lo so dire direttamente perché quando scrivo ci finiscono dentro tutte le cose che mi hanno colpito e ci finiscono in modo inconscio, quindi non ti saprei dire ogni singola parte da dove viene, sono molto visiva quando scrivo, dentro la mia testa mi vedo scorrere il film di quello che succede. Credo però che la fonte di ispirazione principale sia proprio per l’estetica fantastica, viene soprattutto dai fumetti anche certi movimenti soprattutto nelle battaglie vengono da qualcosa che ho letto nei fumetti o ho visto negli anime.
Ad esempio ad un certo punto, non ricordo in quale libro credo proprio nelle cronache un personaggio blocca una lama con il piede ed è una scena famosissima di Berserk un certo punto Griffith il co-protagonista che batte il protagonista saltando sulla sua lama e bloccandola. Quindi credo che soprattutto venga fuori dai manga perché l’estetica delle armi e delle armature la trovo estremamente curata, molto più curata di quanto accada nel fumetto occidentale o almeno in un modo che a me piace di più. 

Con il Fantasy ti distacchi da quello che è il tuo lavoro e dai tuoi studi accademici. L’anno scorso abbiamo avuto il piacere di vederti di scrivere di un argomento che è il tuo, come ti sei sentita a scrivere di una cosa che ti appartiene profondamente nella vita di tutti i giorni e cosa hai ricevuto dai lettori che ti hanno apprezzata anche da questo punto di vista?

E' stato molto bello perché è una cosa che volevo fare da tanto tempo. Ho iniziato a fare divulgazione astronomica più o meno contemporaneamente a quando ho iniziato i primi libri al quarto anno di fisica. Mentre stavo preparando gli esami di indirizzo, il professore del laboratorio di astronomia mi propose di lavorare al museo di astronomia presso l’osservatorio di cui era il direttore e da lì iniziai a fare divulgazione astronomica oralmente e mi è sempre piaciuto tantissimo, più che fare scienza, e visto che mi stavo rendendo conto che la mia carriera stava andando più verso la scrittura che verso l’astronomia volevo trovare un modo per conciliare le due cose: l’aspetto narrativo e l’astronomia.
E’ stato complicato all’inizio perché dovevo trovare la mia voce, un modo di esprimermi in questo nuovo campo, perché avevo fatto divulgazione solo oralmente. Avevo scritto sul blog ma un libro deve avere un tono diverso.  E’ stato divertente e alcune persone mi hanno detto guarda che ci piaci di più come divulgatrice che come scrittrice di narrativa! :-)

C’è una serie tv a cui sei particolarmente legata?

Probabilmente Lost perché è stata la prima che mi ha aperto questo mondo delle serie tv questa nuova ondata nella quale siamo ancora immersi. Anche perché quando lo guardavo me lo sognavo la notte! Feci persino la Lost Experience, un gioco interattivo su internet con una miriade di siti dove cercare gli indizi…  Poi, alla fine, come è finito non mi è piaciuto probabilmente gli sceneggiatori avevano solo l’idea del mistero e non sono riusciti a tirare le fila della storia ma resta comunque che è stata una Serie bellissima e i singoli episodi sono stupendi.  (A parte qualcuno come quello in cui spiegano i tatuaggi di Jack su cui nessuno si era mai fatto domande! LOL) Adesso mi sto appassionando a Vikings. E' uno spettacolo!! Una serie in cui si picchiano tantissimo e la trama va velocissima.  

A cosa stai lavorando in questo momento?

Sto scrivendo il terzo libro della Serie di Pandora.  Saranno quattro ,quindi è il penultimo, però succede un botto di roba e il problema è riuscire a tenere insieme tutte queste cose che succedono.

Sempre ambientato a Roma?

Sì, sempre Roma e dintorni. Un pezzettino scritto ai Castelli, dove vivo io, e forse stavolta ci metterò una cosa vista in un'altra città ma farò finta che sia a Roma! Ho visto una cosa a Parigi e da quando l’ho vista ho pensato di metterla nel libro! Siccome c’è una cosa simile a Roma penso che la adatterò perché sembra proprio fatta apposta per le atmosfere di Pandora. Ma ancora non lo so con certezza.
Non parlo mai troppo delle cose che sto scrivendo perché poi a volte cambiano e non le troviamo più nella stesura finale.

Quando inizi una serie hai già un’idea generale che va dall’inizio alla fine o la crei in corso d’opera?

Cerco di sapere sempre tutto. L’inizio la fine e il filo principale li conosco fin dal principio. Poi scrivo anche i dettagli, ma questi spesso cambiano perché un conto è farsi in testa la trama poi quando inizi a scriverla è diverso e ti rendi conto se una cosa non funziona oppure no; ma comunque mi serve avere quello schema per sapere a che punto sono e cosa deve succedere dopo.
Ho sempre pensato che un libro è una specie di viaggio e lo scrittore è il tuo Cicerone e lui la strada la deve sapere altrimenti ci perdiamo tutti, però non tutti gli scrittori lavorano così e si lasciano trascinare dalla storia.

Per il personaggio di Acrab a chi ti sei ispirata?

La prima idea di lui è venuta fuori con Leonardo Da Vinci del telefilm “Da Vinci’s demons”: personaggio pazzo e inventore. Contemporaneamente volevo un uomo con un obiettivo di conquista, quindi un Alessandro Magno. Acrab è un mix tra i due.


Il rapporto fra Acrab e Myra. Il legame fra loro all’inizio sembra più di tipo genitoriale: Acrab ha un atteggiamento quasi paternalistico e poi diventa quasi amoroso.  E’ stata una mia impressione il fatto che all’inizio lui sembrasse una mera guida e dopo invece c’è questo coinvolgimento o se è proprio come volevi far evolvere il loro rapporto?

All’inizio avevo pensato che il loro rapporto dovesse essere estremamente complesso, tanto che anche la componente amorosa dovesse essere presente. Ma mi ero fatta dei problemi perché sembrava di essere sul filo dell’incesto poi mi sono resa conto che la storia tirava in quella direzione. Tantissime cose del modo in cui Acrab vede Myra sono state aggiunte successivamente alla prima stesura mi rendevo conto che era quella la direzione, perché mi intrigava di più un rapporto del genere perché alla fine questo libro parla dei rapporti un po’ malati fra genitori e figli.
Malati in tanti sensi perché io sono diventata mamma e mi sono resa  conto di quanto bello sia questo amore tra madre e figli ma anche quanto pericoloso può essere perché è una cosa assolutamente totalizzante. La prima cosa che pensi quando diventi genitore è che  tu vuoi una tua copia. Tendi a pensare di voler costruire una persona... ma poi però passa il tempo e ti rendi conto che questa cosa è giustamente impossibile perché hai a che fare con un’altra persona; un altro individio. La puoi aiutare; le puoi dare parte di te; però poi quella persona giustamente si farà il suo percorso e questo lo devi accettare.
Ma molta gente questo non lo accetta e io volevo raccontare proprio questa cosa.

Le cover dei tuoi romanzi sono tutte spettacolari! Intervieni personalmente nelle scelte degli illustratori e grafici?

No, in linea di massima lascio il campo libero a loro. La copertina è un fatto editoriale e mi affido alla casa editrice che ne sa più di me. Io le vedo e do un giudizio. Qualche volta  abbiamo cambiato qualcosa, come ad esempio la cover della versione economica di Pandora, all’inizio troppo infantile rispetto a come l’avevo immaginata.
Le cover a cui ho lavorato di più sono quelle nuove delle “Cronache del mondo emerso” dove abbiamo dei ritratti dei personaggi, dove ho dato molte indicazioni.

Qual è la prima persona che legge i tuoi romanzi?

Mio marito. Lo legge un po’ per volta. Dopo di lui tocca al mio editor.

Come scegli i nomi dei personaggi?
In genere li prendo dai nomi delle stelle, anche Myra è una stella.
Gli altri personaggi provengono da nomi storpiati, molti anche solo perché mi piace il suono.

Hai mai riletto un libro dopo averlo pubblicato?

No. Primo perché quando c’è il momento della correzione delle bozze devo leggere tutto il libro in una giornata, una cosa davvero devastante e praticamente cominci a odiarlo. Secondo perché è definitivo, se trovo qualcosa che non mi piace non posso più cambiarle e mi arrabbio. Devo dire che dovrei smettere di adottare questa politica perché comincio a non ricordarmi bene i miei primi libri. Fortuna che c’è Wikipedia!

Quali libri leggi? 

Di tutto. Sto leggendo un fantasy al momento: “Il colore della magia” di Terry Pratchett.
Prima di questo ho letto “Le solite sospette” di John Niven (autore di "A volte ritorno"); un libro meraviglioso e comico. 

Che rapporto hai con la musica? 
La musica può essere fonte di ispirazione, ma non la ascolto quando scrivo perché mi distrae. 
Ascolto rock-metal melodico. I Muse sono il mio gruppo preferito. E poi mi piace Lady Gaga, perché la sua eccentricità mi ricorda me stessa. Mi piace come persona e per via della sua voce. E per il percorso artistico che ha fatto.


Grazie infinite a Licia Troisi che ci ha dedicato un'ora del suo tempo tutta per noi e ad Anna Da Re che ha reso possibile questo indimenticabile incontro.






QUI la mia recensione a Le lame di Myra,
primo volume della Saga del Dominio.

Nessun commento:

Posta un commento