lunedì 16 marzo 2015

CAMERA DI SANGUE di Jane Nikerson


Le rivisitazioni delle fiabe classiche sono tra le letture che preferisco. Quello di Jane Nickerson è davvero un ottimo romanzo che si ispira alla celebra fiaba narrata da Charles Perrault nel XVII° secolo su Barbablù (in seguito rielaborata da molti autori tra cui i fratelli Grimm). Letto in brevissimo tempo grazie alla suggestività dell'atmosfera, lo stile e per la grande curiosità sullo sviluppo degli eventi che l'autrice è bravissima ad instillare, mi ha piacevolmente conquistata grazie alla sua atmosfera gotica e inquietante, all'ambientazione storica così ben descritta e suggestiva, alla maestosità e al mistero della magione dove si sviluppa questa storia oscura che si cela sotto una superficie apparentemente "perfetta", opulenta e dorata.
Se l'intento pedagogico del narratore francese poteva essere quello di ammonire i suoi lettori a non lasciarsi guidare dalla smodata curiosità  il messaggio dell'autrice di Camera di sangue è molto diverso e molteplice: L'altruismo e il sacrificio per il bene della famiglia; il coraggio di affrontare il male; l'apprezzamento per il lusso e per il superfluo che si contrappone alla presa di coscienza del suo essere effimero e socialmente ingiusto; il tema della schiavitù e la solidarietà nei confronti di di quelli che sono uomini e donne e non "bestie da soma" e la volontà di contribuire fattivamente a cambiare le cose. 
Se vi piacciono le belle letture di ambientazione storica, che sappiano darvi i brividi e che vi tengano in uno stato di profonda inquietudine questa lettura farà al caso vostro. Misteri, complotti, fantasmi. Non mancherà anche una piacevole parte romantica che darà una lieve sfumatura rosa a questa storia pericolosa ed oscura.



La mia opinione

C'era una volta...
un potentissimo uomo che aveva case bellissime
in città e in campagna,
e un maestoso castello, e il suo nome era
Barbablù...
Era molto bello e affascinante, ma,
a dire il vero, c'era in lui qualcosa che suscitava
rispetto e un po' di disagio.
                                                       da Barbablù, in Fiabe dei fratelli Grimm

Questa copertina magnifica è senz'altro un accattivante biglietto da visita per questo romanzo dal contenuto altrettanto ammaliante. Quello della Nickerson è infatti quasi un diabolico sortilegio che imprigiona il lettore e lo soggioga, quasi come fa  Monsieur Bernard De Cressac con le sue vittime che le affascina, le cattura e non le fa più scappare. Beh, io non sono proprio riuscita a "scappare" da queste pagine, dalle stanze dell' abbazia di Wyndriven , dai suoi boschi  e dai suoi giardini e dalla mente della sventurata Sophie Patheram. Ho letto avidamente continuamente attanagliata da una vera e propria "fifa blu" che è cresciuta sempre più fino all'epilogo che era sì prevedibile ma non per questo meno macabro e spaventoso.


La storia è ambientata nel Mississippi del 1860, prima della Guerra di Secessione, periodo in cui proliferavano le piantagioni e la schiavitù era ancora in vigore. 

La protagonista - ed eroina - del romanzo è la diciassettenne Sophia che, in seguito alla morte del padre, viene affidata al ricco e affascinante padrino di origine francese, che la ricopre di regali, viziandola e concedendole quel lusso che ha sempre desiderato e mai avuto. Monsieur Bernard è un personaggio affascinante, attraente e misterioso, ma anche volubile, severo e arrogante. Sophia, di contro, è molto ingenua e dolce e, inizialmente, si lascia conquistare dal fascino dell'uomo e dai suoi numerosi regali a tal punto da sentirsene ad un tratto quasi innamorata . Ma ben presto la possessività del padrino, i suoi continui sbalzi d'umore e le sue sgradite avances la allontanano da lui e glielo fanno anzi temere perchè inizia ad accorgersi che le cose non stanno come aveva immaginato. Dietro ad un’apparenza di bellezza e opulenza, presagi di sventura appaiono all’orizzonte. Sophie diventa il centro delle attenzioni del suo benefattore, che sembra ammaliato da lei al limite dell'ossessione.

"Il bon vivant. La bestia. Il bambino ferito.
Chi era il vero Bernard?
Immagino che fosse tutte e tre le cose."

La giovane dapprima gratificata ed anche un po' esaltata dal "potere"che sembra avere su di lui ne diventa successivamente spaventata, perché c'è qualcosa in lui di sinistro.  Sophie, infatti, scopre che le mogli del padrino sono tutte morte in circostanze misteriose ma, fatto ancora più inquietante, avevano tutte i capelli rossi bronzo e oro proprio come lei…
Quando le cose cominciano a sfuggire di mano e il disagio e il disgusto nei confronti del padrino diventa insostenibile la ragazza vorrebbe andarsene, ma a causa della difficile situazione economica dei suoi familiari decide di sacrificarsi e tenta di sfruttare l'ascendente che ha sul suo padrino, imbonendolo con il potere che sembra avere su di lui. Perchè sebbene giovane e ingenua Sophie si riscoprirà audace e coraggiosa; si trasformerà in una piccola Sherazade de Le mille e una notte, che con i suoi racconti e le sue trovate riesce a mantenere il suo signore sempre sul filo... Placandolo ed interessandolo giorno dopo giorno, notte dopo notte.
Ma si può davvero placare un mostro?
Ben presto i sospetti di Sophie vengono confermati quando un giorno riesce ad entrare in una delle tante misteriose stanze della magione in cui la vecchia governante, la signora Duckworth, ha custodito i bauli delle quattro mogli scomparse... Victoire, Tatiana, Tara e Adele. Attraverso i loro effetti personali e le loro tracce Sophie riesce a stabilire un contatto con quelle che lei definirà "sorelle" per l'affinità e il senso di solidarietà che da quel momento in poi le legherà, fino alla fine.

- " Lì c'era il ritratto della moglie di monsieur Bernard?" - domandai
- "Quello è stato il posto di svariati ritratti di signora" -
rispose rigida la signora Dackworth 
_"Il padrone è stato sposato più di una volta,
ma non desidera essere assillato da ricordi dolorosi, 
pertanto i ritratti sono stati rimossi." -
Avrei voluto farle altre domande ma le sue labbra contratte
mi dissero che questa volta non avrei ottenuto altre informazioni.
"Più di una volta" aveva detto.
Quanti matrimoni? E se non c'erano fantasmi,
c'era forse una moglie pazza imprigionata in una di quelle stanze chiuse a chiave?
Magari nell'ala est, che forse era solo apparentemente in fase di ristrutturazione.?
Sarebbe stato divertente (sebbene tragico) 
immaginare una moglie adeguatamente pazza per monsieur Bernard.
Ah! Sperai che un giorno sarei riuscita a curiosare intorno
senza avere la signora Dackworth sempre alle calcagna.

Tutto nella storia è inquietante.
I vari personaggi che popolano la magione, di cui non si conoscono le intenzioni e che sembrano sempre nascondere qualcosa; ma anche la magione stessa che sembra quasi essere un personaggio a tutti gli effetti all'interno della storia. Stanze misteriose, locali abbandonati, luoghi proibiti.
E un pesante mazzo di chiavi in grado di svelare tutti i segreti.

C'era troppa magnificenza,
troppa opulenza, troppi ghirigori e lamine d'oro.
E troppe stanze per essere la dimora di un solo uomo e, ora,
di una sola ragazza.

Quindi, se in un primo momento certi aspetti della vita di Sophie sembravano arrivare direttamente dalle pagine di una fiaba, ad un certo punto diventa ( e si sente ) a tutti gli effetti la protagonista di un romanzo a tinte fosche. Ma dal male riesce a trarre qualcosa di buono. Sophie è in un certo senso una ragazza moderna, che dopo questa orribile esperienza riesce ad essere più grande e più saggia; una ragazza che si curava meno dei bei vestiti  e più delle cose importanti.

Se devo fare un appunto menzionerei la figura di Odette che, potenzialmente assai misteriosa ed inquietante, poteva trovare un più ampio spazio di quello che invece l'autrice le ha lasciato. Mi è piaciuta molto la storia, per quanto accennata, tra Talitha e Charles e l'influenza che ha avuto su Sophie, sul suo futuro modo di pensare e di agire a favore della classe degli schiavi.
E naturalmente il reverendo Gideon Stone che porta un po' di tepore e un raggio di sole in questa storia altrimenti troppo cupa e tenebrosa.

Una favola gotica di grande suspense e atmosfera che mi è piaciuta moltissimo.



l'Autrice


Jane Nickerson e la sua famiglia hanno vissuto per molti anni in un’ampia e storica dimora ad Aberdeen, nel Mississippi, dove la scrittrice lavorava come bibliotecaria nel settore dei libri per ragazzi. Ha sempre amato il Sud “dei vecchi tempi”, i racconti gotici, le residenze storiche, i ragazzi, la scrittura, e i personaggi “cattivi”. Attualmente vive col marito in Canada. Come Sophia Petheram, protagonista di Barbablù, è molto molto curiosa…


CAMERA DI SANGUE
di Jane Nickerson

editore: Mondadori
pagine: 364
prezzo: 17:00 euro
Rilegato
volume autoconclusivo

Trama

Sophia Petheram ha diciassette anni quando, dopo la morte del padre, attraversa in carrozza la selva intricata e spettrale che conduce alla tenuta di Wyndriven Abbey, in Mississippi. Qui sta per conoscere finalmente il ricco amico di famiglia che la prenderà in custodia: monsieur Bernard de Cressac. Fin dall'arrivo nella nuova dimora, Sophia si trova a vivere nel lusso più sfrenato, viziata e accontentata nei minimi capricci. La ragazza è affascinata dalla generosità e dal carisma di monsieur Bernard. Lui le impedisce, però, di ricevere visite e, in sua assenza, la affida all'occhio vigile di Odette, una giovane dama di compagnia francese. A spaventare Sophia è il passato del facoltoso tutore, sposato più volte: le sue mogli sono morte in circostanze misteriose e la ragazza ne intravede i fantasmi. Hanno tutte i capelli rossi, con sfumature color bronzo e oro. Proprio come lei... Ma se l'amore è un assassino meraviglioso, Sophia vuole scoprirne il volto.

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