Chi non conosce ormai le gesta della coraggiosa e ribelle Katniss Everdeen o non ha mai sentito parlare degli spietati Hunger Games? Per quei pochi che ancora ne sono all'oscuro e non hanno mai avuto il piacere di leggere i libri o di assistere alle proiezioni dei due film finora realizzati, ma anche per tutti i numerosi fan che invece attendono con ansia la data di giovedì - 20 novembre - in cui arriverà sul grande schermo la prima parte di Mockingjay, abbiamo deciso di dedicare ancora uno spazio speciale a questa meravigliosa e potente trilogia. In un modo o nell'altro infatti, bisogna riconoscere che ha fatto da apripista al genere distopico in Italia facendolo diventare un fenomeno se non di massa almeno di moda fra giovani e meno giovani.
Ripercorreremo insieme, quotidianamente, i vari libri della Serie fino ad arrivare a venerdì dove ci occuperemo dell'analisi del film, commentandolo insieme dopo la proiezione che, da noi, avverrà in anteprima mondiale (Già, perchè Mockingjay uscirà negli States un giorno dopo rispetto a noi!!).
opinione di Sangueblu
Credo che l'aspetto predominante di questo romanzo - e probabilmente anche quello più efficace ed apprezzabile - è la potenza delle sensazioni emotive che riesce a scatenare. Tutto quello che il lettore vive, attraverso gli occhi della protagonista (Katniss), è di un'intensità devastante. Qualunque momento, qualsiasi avvenimento si vive in modo viscerale.
L'empatia con i personaggi ma anche con la situazione sociale che sono costretti a vivere; a subire. La rabbia e il disprezzo per un qualcosa così crudele e così superficiale ma che paradossalmente disegna scenari non così lontani dal modo di vivere e di pensare della società moderna.
Quella di Suzanne Collins è una metafora elaborata e ben congegnata di quelle che sono abitudini e attitudini della società del nostro tempo. Certamente esasperata e brutalmente rappresentata ma parimenti efficace e impattante sul lettore che difficilmente può rimanerne indifferente.
Anche se, come è stato più volte sottolineato, l'idea di Hunger Games non è propriamente originale avendo molto in comune con la famosa Battle Royale di Koushun Takami (almeno nell'asse portante della trama) o con "La lunga marcia e L'uomo in fuga di Backman per quanto riguarda il "reality mortale", l'elaborazione che fa la Collins secondo me è geniale perchè ha il merito di porre in luce degli aspetti assolutamente "nuovi" e più congeniali ai nostri tempi e alle esigenze del giovane pubblico a cui (principalmente) è rivolta. Qui l'attenzione è focalizzata sullo "sfruttamento" delle emozioni umane date in pasto al grande pubblico dalla televisione (di oggi). La strumentalizzazione della sofferenza, della paura, della violenza ma anche dell'amore per puro e semplice intrattenimento.
C'è una fondamentale differenza che merita di essere sottolineata: in Hungher Games non è tanto la violenza in sè a scioccare il lettore bensì la società di Panem; la sua reazione al programma. Tutti accettano, i Tributi in primis, passivamente e con rassegnazione il loro destino come un dato di fatto, assodato dai costumi dei vari distretti. Si dà ormai per scontato che esista una manifestazione mediatica di questo tipo. Gli Hunger Games sono presentati come un gioco, una festa spettacolare. Gli autori e i produttori si divertono a creare love story e rivalità tra i partecipanti, stimolano i ragazzi all’azione durante i periodi di eventuale inattività, e tramite gli sponsor il pubblico può acquistare oggetti d’aiuto per il Tributo che favoriscono e che li impressiona maggiormente.
Nell'orrore e nella quasi certezza di morire - perchè alla fine solo uno sopravviverà - sconvolge che qualcuno possa pensare agli Hunger Games come una possibilità per migliorare le proprie condizioni vita per via del degrado e della povertà che sperimenta quotidianamente.
C'è commozione. C'è tensione. C'è pathos.
C'è spettacolarità.
E' impossibile non venire risucchiati nel vortice della narrazione e staccarsi dalle pagine.
Tutto succede velocemente ma ogni scena ha il potere di rimanere impresa a fuoco nella mente e nell'immaginario del lettore. Difficile scordare momenti come quello della sfilata dei carri, della mela colpita dalla freccia di Katniss all'addestramento, del saluto con Primm e ovviamente l'amicizia con Rue. I brividi più grandi me li hanno date, comunque, le tante mani alzate nel saluto di ringraziamento alla maniera dei minatori, del dodicesimo distretto...
Un libro stupendo. Intenso. Forte.
Un pugno nello stomaco per la crudezza di tante, troppe cose ma anche un tripudio di bellezza, per certi versi. Ovviamente non potrà mancare quello che sembra essere il must della letteratura Young Adult, ossia il "triangolo" amoroso. Ma non disturba; anzi, appassiona.
Tutti i personaggi sono così ben caratterizzati da poterne non solo percepirne tutte le sfumature caratteriali ed emotive ma spesso si ha l'impressione di toccarli e la cosa sicuramente contribuisce alla buona riuscita del romanzo.
Tanto ci sarebbe da dire e da scrivere. Ma certe emozioni vanno vissute. Assaporate.
Non si può leggere Hunger games e non esserne colpiti e non rimanerne entusiasti.
Perciò, se ancora non avete letto questo piccolo capolavoro di genere non indugiate oltre! Anche se avete visto solo il film, per quanto ben fatto, troverete tanti spunti in più e la lettura vi regalerà emozioni amplificate.
la Serie "Hunger Games"
la Serie "Hunger Games"
1 - Hunger games recensione QUI
Vi lasciamo anche i link
ai precedenti speciali dedicati alla saga
che ne analizzano i vari aspetti.
Se siete curiosi di approfondire
le vostre conoscenze sul
mondo disptopico creato da
Suzanne Collins
potete cliccare sui post sottostanti
l'Autrice
Suzanne Collins è una nota autrice statunitense di libri e spettacoli televisivi per bambini, Hunger Games è il primo romanzo che si scosta da questo genere. L’ispirazione per questo libro le è venuta dal mito del Labirinto del Minotauro, ma l’idea si è fatta strada nella sua mente mentre faceva zapping tra le immagini dei reality show e quelle della guerra vera. Oggi vive in Connecticut con la sua famiglia.
HUNGER GAMES
di Suzanne Collins
genere: distopico YA
pagine: 376
prezzo: 14.90 euro
Rilegato
edizione economica disponibile
eBook: 6.99 euro
( 1° libro Serie "Hunger Games" )
Trama
Quando Katniss urla "Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!" sa di aver appena firmato la sua condanna a morte. È il giorno dell'estrazione dei partecipanti agli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da Capitol City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che verrà gettato nell'Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l'audience. Katniss appartiene al Distretto 12, quello dei minatori, quello che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in 73 edizioni, e sa di aver poche possibilità di farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella minore e farà di tutto per tornare da lei. Da quando è nata ha lottato per vivere e lo farà anche questa volta. Nella sua squadra c'è anche Peeta, un ragazzo gentile che però non ha la stoffa per farcela. Lui è determinato a mantenere integri i propri sentimenti e dichiara davanti alle telecamere di essere innamorato di Katniss. Ma negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c'è spazio per l'amore. Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ciò che ti rende Uomo.
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