martedì 14 maggio 2019

recensione: VOLEVO ESSERE MARADONA di Valeria Ancione - Storia di Patrizia che sognava la serie A

"Sai cosa, Pà?"
"Cosa, Sà?"
"Quando giochi a pallone, tu sei felice e rendi felici tutti.
E sei già un calciatore".

Esce oggi un romanzo che tutti i ragazzini e le ragazzine di oggi dovrebbero leggere per trovare, ritrovare o alimentare (a seconda dei casi) lo stimolo per inseguire e realizzare i propri sogni. Valeria Ancione con grande grazia, realismo e sincerità ci racconta la storia della mitica Patrizia Panico; una storia vera che tra realtà e finzione ci accompagna nella vita di una ragazza che ha fatto del calcio la sua più grande avventura. Nata a Roma l'8 Febbraio del 1975, ex calciatrice nel ruolo di attaccante, grazie alle sue doti tecniche e ai risultati ottenuti, è diventata l'emblema del calcio femminile italiano. Innumerevoli sono i suoi successi: detiene bil titolo di capocannoniere della Serie A, vinto in quattordici occasioni, oltre a quello di presenze con la maglia della Nazionale, con cui ha disputato 204 gare realizzando 110 gol. In carriera ha conquistato 10 scudetti, 5 coppe Italia e 8 Supercoppe italiane. Entrara nel 2015 a far parte della Hall of Fame del Calcio Italiano nel Marzo 2017 è diventata la prima donna ad allenare una Nazionale maschile. Nell'Agosto 2018 ha assunto la guida tecnica della Nazionale Under 15. Se è vero che di Patrizia Panico al mondo ce ne è una e una fuoriclasse come lei è difficile da eguagliare è pur vero che la sua tenacia, il suo spirito di sacrificio, la sua costanza, la sua ambizione e la sua umiltà devono essere di esempio per tutti. Seguire le sue orme, qualunque siano i nostri talenti o i nostri sogni, ci guiderà sulla strada giusta.


opinione di Sangueblu

Il calcio per me è amicizie che durano nel tempo,
amori, città, viaggi, sfide, impegno,
solidarietà, condivisione, partecipazione, uguaglianza.
Non ha confini.
E' un istinto primario.
Ma essenzialmente è la mia vita.
A otto anni già volevo essere Maradona.
Sono diventata Patrizia Panico,
ma prima di tutto sono stata Bruscolo.
E questa è la mia storia. 






Non sono un'esperta di calcio e non sono mai stata una grande tifosa. Ma questo romanzo che parla di una piccola grande calciatrice e mette il calcio al centro di tutto mi ha coinvolta ed emozionata tantissimo. Calcio che è metafora di vita. Che è scuola di vita, e che è vita per molti. Calcio che è la vita di Patrizia. A trecentossessanta gradi.
Questa è la storia di Patrizia Panico che fin da piccolissima ha sempre saputo di voler fare il calciatore. La storia di una bambina, e poi una donna, che nel pallone ha trovato il suo migliore amico; un guscio, una certezza, la fatica, il riposo, il passato, il presente e il futuro a dispetto di tutto. Un pallone che è stato la salvezza per una bambina cresciuta a Tor Bella Monaca, uno dei quartieri più pericolosi e problematici di Roma.
E se non è facile crescere in un quartiere come quello forse è ancor più difficile per Patrizia bambina trovare qualcuno che le permetta di giocare a calcio. I maschi del quartiere non la vogliono. Un po' perché fa strano ammettere una femmina nel gruppo e un po' perché è duro farsi battere da quella femmina.

La magia del pallone è proprio questa:
puoi giocare all'Olimpico, come nel giardino sotto casa
o in soggiorno, sempre bello è.
Mi tengo a filo degli zaini e dei giacchetti lasciati a terra
a fare da pali, voglio che mi vedano, voglio dare fastidio.
L'impeto di giocare mi fa oltrepassare la barriera immaginaria e invadere il campo, tanto che rischio di farmi travolgere da questi calciatori di strada.
"E levateeee!" mi urlano.
Li invidio da morire.
Se fossi un maschio mi sarei già buttata dentro.

Ma Patrizia è inarrestabile. Trova il suo modo di farsi spazio, soprattutto portando sempre il suo Super Santos. La sua determinazione e il suo talento sono talmente grandi evidenti che, alla fine, anche quegli stessi maschi che quando andava bene la relegavano in porta, non potranno che rimanere affascinati dai suoi gol, dal suo addomesticare il pallone per fargli fare tutto quello che vuole. Con il pallone diventano tutti uguali. Patrizia è orgogliosa di essere un calciatore femmina. Se una femmina sa giocare non c'è storia, non è il sesso che fa la differenza.
Ecco che il romanzo diventa più di ogni cosa una storia di crescita e di amicizia; una sorta di manifesto di femminismo; una finestra sul mondo reale e sui problemi che i ragazzini affrontano quando le famiglie si disgregano.

Un romanzo che racconta del superamento del pregiudizio, che parla di integrazione e sostegno, come per l'amico Checco figlio di un carcerato. Patrizia non si ferma davanti alla paura e al pregiudizio degli altri: lei Checco lo conosce; conosce i suoi sogni (fare il pizzaiolo e aiutare la madre e i fratellini) e sa che dietro i suoi modi da "duro" si nasconde un cuore generoso e gentile, fa lo spaccone ma lei lo ha capito che è il più fragile di tutti e anche il più onesto e sincero. E lei questa cosa vuole farla vedere anche agli altri. Ai suoi genitori. Ai suoi amici. A tutto il quartiere di Tor Bella Monaca.

Un romanzo che racconta ed insegna cosa sia lo spirito di sacrificio che è forse quello che hanno perso i ragazzini della nuova generazione. Tutti sogniamo, tutti abbiamo dei traguardi da raggiungere, dei progetti da realizzare ma spesso i giovani d'oggi dimenticano che per raggiungere e realizzare quesi sogni bisogna lavorare e sacrificarsi. Niente viene per caso. E se abbiamo un talento abbiamo il dovere di valorizzarlo, mettendoci in gioco e dando il tutto per tutto. Quello che ne verrà sarà talmente bello e gratificante che ripagherà di ogni livido, di ogni rinuncia, di ogni lacrima e di tutta la fatica.

Quello che esce in questo libro di Patrizia la rende un personaggio meraviglioso, sia sulla carta che nella vita reale (dato che è un personaggio vivente in carne ed ossa). Conoscerla di persona a Torino in quella breve chiacchierata dedicata a noi blogger mi ha emozionata molto ed è stato un vero onore. 

"Io pure sono diffidente e riservata, ma prima di trarre conclusioni
le persone le studio per bene. 
Non amo dire come fanno molti "a prima vista non mi piace".
Io a prima vista non ci vedo proprio.
Ci metto un po' a fidarmi della gente, ma quando la mia fiducia è conquistata
poi mi apro come un getto d'acqua."


Il mio voto: 5 stelline alla persona straordinaria raccontata con gentilezza, stima e realismo in queste pagine.

L'Autrice



Valeria Ancione, nata a Palermo nel 1966, si è laureata in Scienze Politiche a Messina e vive a Roma dal 1989. Giornalista professionista al "Corriere dello Sport" si è occupata per anni di basket prima di passare al calcio femminile che considera, fuorigioco a parte, lo sport più bello del mondo. "elemento magnetico di aggregazione, partecipazione, condivisione e umanità". E' sposata e ha tre figli. Volevo essere Maradona è il suo esordio nella narrativa per ragazzi. Per Mondadori ha pubblicato nel 2015 La dittatura dell'inverno.

Il libro

editore: Mondadori
genere: narrativa ragazzi
pagine: 194
prezzo: 17.00 euro
Rilegato
eBook: 9.90 euro

Trama

Non è facile la vita se sei femmina fuori e calciatore dentro. Patrizia però ha talento da vendere, non demorde e imbraccia il suo pallone come uno scudo, senza fermarsi davanti a niente e nessuno: né davanti alla madre, che le ripete di continuo di scendere dalle nuvole e studiare, né davanti ai ragazzi della borgata, convinti che una femmina non possa giocare a calcio. Grazie alla sua tenacia entra in una vera squadra e, di sfida in sfida, il suo sogno spicca il volo, portandola lontano, tra serie A e Nazionale. Patrizia però non dimentica mai il vero significato che ha per lei il pallone: è un rifugio, un amico fidato, un'ancora di salvezza negli anni dell'adolescenza. In una parola: è tutta la sua vita. Una storia vera, che tra realtà e finzione ci accompagna nella vita di una ragazza che ha fatto del calcio la sua più grande avventura. Il racconto di un sogno straordinario, la prova che sulle ali di un sogno chiunque può volare. Età di lettura: da 10 anni.

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